Eccomi qui a commentare l’episodio più breve della stagione di Game Of Thrones. Questo non significa affatto che sia stato povero di contenuti o meno emozionante. Restano in me molti dubbi sulle tempistiche e la credibilità di certe scene (vedi l’ultima in cui Jaime Lannister finisce in acqua per evitare il drago), ma nel complesso sembra che tutto stia come accelerando per portarci a un nodo focale della serie, la via scelta da Benioff e Weiss per darci la loro interpretazione del finale di Game of Thrones che hanno deciso di scegliere con la benedizione di Martin che, detto per inciso, non l’ha ancora scritta e forse nemmeno ci sta pensando.
Il rapporto fra Jon Snow e Daenerys. La prima cosa che salta all’occhio è come il loro rapporto, fino alla scorsa puntata freddo e distante, si sia in qualche modo sciolto tanto da consentire a Snow di toccarla e soprattutto sconvolge la fiducia instauratasi fra i due, tanto da lasciare le guardie Dothraki lontane ed entrare praticamente da sola con Snow nella grotta. Un comportamento davvero inedito e quasi poco credibile per una donna che ha passato le disavventure che ben conosciamo. Parlo di donna e non di Regina perché nel caso specifico mi riferisco alla sua forza derivante dai suoi trascorsi e che l’hanno prima di tutto forgiata come donna e poi come Regina.
A rincarare la dose ci pensa Ser Davos che parla con Snow proprio del legame che sembra nascere fra lui e Daenerys. Posso anche comprendere che il buon Jon abbia argomenti interessanti per intrigare la Regina Daenerys, ma la mia personale sensazione è che tutto questo vada a favore del fan service e non delle logiche narrative. Insomma, si poteva parlare di alleanza fra i due senza scomodare i sentimenti amorosi.
Theon te possino. Theon Greyjoy, il Fantozzi di Game Of Thrones, è così sfigato che va a trovare Daenerys e becca Jon Snow. Il suo personaggio a metà fra il vigliacco e l’orgoglioso ricorda un po’ la grande maschera grottesca e comica di Villaggio. Incapace di sostenere il potere, asservito e ridotto a un ameba da Ramsay, è però a volte capace di slanci di coraggio come quello che l’ha portato a salvare Sansa Stark e che ora gli salva la vita dalla rabbia di Jon Snow.
Stark Reunion. L’arrivo di Arya Stark, preceduta da quella di Ironside-Stark che tutto vede e tutto sa, sancisce, dopo sette stagioni, la riunificazione degli Stark sotto lo stesso tetto. A parte i lacrimoni da “Carramba che sorpresa”, mi intriga parecchio come, all’interno della vicenda, stia salendo l’importanza del famoso pugnale Valyriano che avrebbe dovuto uccidere Bran e che allo stesso viene consegnato da Ditocorto. Lo abbiamo visto nel librone in cui si parla degli Estranei consultato da Sam Tarly. Finisce in mano a Bran che in qualche modo è fortemente legato proprio alla questione Estranei e adesso va nelle mani di Arya Stark. Che significato avrà questo pugnale? Servirà a uccidere Estranei? Sarà la lama che Arya userà per la sua vendetta contro Cersei? Di certo sconsiglio a Benioff e Weiss di banalizzare tutta questa costruzione narrativa molto interessante che ruota attorno al pugnale.
Arriva il Drago! La scena di battaglia che finalmente vede coinvolti direttamente il drago di Daenerys e l’esercito dei Lannister è stata sicuramente spettacolare, emozionante e carica di tensione fino alla fine. Premesso che sono iscritto alla LPD (Lega Protezione Draghi), il ferimento di Drogon era nella logica delle cose e non ha sorpreso più di tanto se non fosse per la grande capacità di prevedere le cose da parte dei Lannister o di Jaime in particolare. Perché se è vero che ci si può aspettare una attacco in ogni momento, più difficile è prevedere che un drago intervenga nella stessa tanto da trascinarti dietro un Scorpione per tentare di infilzarlo.
Jaime, o ci sei o ci fai. Che Jaime non fosse una cima in strategia militare lo si è capito. Se fa qualcosa lo fa su consiglio di Cersei o chiede consiglio a Bronn. Ma con venti metri di Drago pensare di andare lancia in resta a tentare di uccidere Daenerys sfiora la ridicolaggine più cupa e triste. Comprendo la rabbia di vedere carbonizzato il suo bell’esercito scintillante, capisco anche che un’occasione così non gli si sarebbe più presentata, ma per lo sterminatore di Re questa è una scelta talmente distante dalla sua personalità da essere assurda e impensabile. Jaime ha imparato molto dalla prigionia. Non è come Cersei. Ha un cuore e lo sappiamo. Lo stesso cuore con cui ama una donna spietata come Cersei è lo stesso che ha avuto pietà di Tyrion tanto da farlo scappare ed è lo stesso che ha salutato un’amica di tante disavventure come Brienne. Jaime Lannister che conosciamo non avrebbe caricato a testa bassa, nemmeno carico di rabbia, io almeno la vedo come una forzatura. Altra assurdità è come Jaime, pur tolto dalla fiamma di Drogon all’ultimo, non sia comunque finito incenerito. L’acqua intorno alla lingua di fuoco sarà stata buona per buttarci la pasta, ma tant’è. Vedremo la sorte di Jaime la prossima settimana.
Concludendo, alla fine dell’episodio di Game of Thrones mi resta un non so che di delusione appena accennata. Quello che non mi sta piacendo è la gestione delle situazioni e il tempo che certe volte scorre veloce e altre lentamente a seconda di come si vuol far andare la vicenda. Sono contento che gli Stark siano finalmente riuniti ma mi aspettavo qualcosa di diverso e più diluito nel tempo. Trovo antipatica anche la gestione del personaggio di Bran. Capisco che non è più lui, che ora è il corvo a 3 occhi, ma tutto questo sembra palesarsi solo adesso. Fino all’ingresso alla Barriera l’essere Bran Stark gli è servito. Adesso d’improvviso è morto e sepolto per dare spazio a Bran/Ironside che non si emoziona più nemmeno davanti alle sue amate sorelle. Forse è giusto così ma personalmente la cosa mi ha deluso.
Un saluto alle pagine amiche:
An Anglophile Girl’s Diary ~ Le migliori frasi de “The Game Of Thrones” The White Queen Italia
Passo e chiudo.